Specializzati in

Dermatologia

Medici specializzati nella diagnosi e trattamento di malattie e tumori della pelle e dei suoi annessi.

L'acne è una malattia multifattoriale della pelle caratterizzata da un processo infiammatorio del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa. L'acne si definisce "Giovanile" o puberale perchè insorge nel periodo di sviluppo sessuale ed è questa la forma più conosciuta. L'acne può tuttavia proseguire dopo il periodo puberale o apparire per la prima volta intorno ai 20 anni o più in là. In questo caso l'acne si definisce “Tarda”. Colpisce principalmente volto, torace e dorso.


Perche si forma l'acne ?

  • Aumentata produzione di sebo (seborrea)
  • Anomala cheratinizzazione del dotto pilo-sebaceo
  • Colonizzazione batterica

All'interno della ghiandola sebacea possono penetrare microrganismi. Il primo e più importante è il Propionibacterium acnes. E' un batterio anaerobio che attraverso degli enzimi frammenta il comedone che si infetta. A questo punto sopraggiungono altri batteri (cosiddetti piogeni) della famiglia degli stafilococchi e degli streptococchi, che producono una sostanza densa e viscosa, il pus.


Cause del'acne

  • Familiarità
  • Stress
  • Cisti alle ovaie
  • Cortisone
  • Vitamina B12
  • Acido folico
  • Lievito di birra
  • Estratti epatici
  • Alcuni farmaci antidepressivi come il carbonato di litio
  • Farmaci ad attività androgenica
  • Cosmetici
  • Inquinanti atmosferici

Esposizione professionale a sostanze irritanti:

  • Gasolio
  • Nafta
  • Olii lubrificanti
  • Grassi per friggere i cibi

Lesioni elementari dell'acne

  • Microcomedone: lesione iniziale clinicamente invisibile; è il risultato dell'ostruzione del canale pilo-sebaceo con conseguente ritenzione di materiale corneo, sebaceo, batterico
  • Comedone chius: il dotto pilifero è completamente chiuso; sotto la pelle si formano piccole cisti, il sebo non è più in grado di fuoriuscire
  • Comedone aperto chiamati anche "punti neri". Il dotto pilifero non è chiuso del tutto. Il sebo ed il materiale corneo può fuoriescono verso l'esterno per la presenza della melanina accumulata sulla superficie e diventano di colore nero
  • Papula: quando il comedone chiuso non si trasforma in comedone aperto la presenza di microrganismi nella ghiandola sebacea crea un'infiammazione sulla pelle e compaiono foruncoli di colore rossastro
  • Pustola: le papule si possono infettare e riempirsi di pus, traformandosi in pustole.
  • Nodulo:l'infiammazione interessa il follicolo più in profondità. E' la forma più grave. I noduli possono essere di grandezza variabile da pochi millimetri ad alcuni centimetri lasciando spesso delle cicatrici deturpanti, specie se non curata a dovere.

Tipi di acne (classificazione in base alla predominanza delle lesioni)

  • Acne comedonica
  • Acne papulosa
  • Acne pustolosa
  • Acne nodulo cistica o indurata
  • Acne conglobata

Gravità del'acne

  • Lieve: acne comedonica o papulo-pustolosa con pochi elementi.
  • Moderata: acne papulo-pustolosa con numerosi elementi o nodulare con pochi elementi.
  • Severa: acne nodulare e conglobata.

Diagnosi (si basa su 3 criteri)

  • Età di comparsa: tra 12-30 anni.
  • Tipo ed evoluzione delle lesioni.
  • Localizzazione tipica: volto, dorso, tronco.

Diagnosi differenziale

  • Rosacea
  • Dermatite periorale
  • Follicolite da batteri gram negativi
  • Verruche piane o giovanili
  • Pseudofollicolite della barba

Terapia

I trattamenti disponibili vanno selezionati in base alla tipologia e alla gravità delle lesioni e al tipo di cute dei pazienti. Gli obiettivi terapeutici volgono alla risoluzione del quadro clinico, alla prevenzione della possibile comparsa di cicatrici permanenti ed al raggiungimento del benessere psico-fisico del paziente.


Terapia Fermacologica

I trattamenti disponibili vanno selezionati in base alla tipologia e alla gravità delle lesioni e al tipo di cute dei pazienti. Non esiste una sola terapia per l'acne!!!

La terapia ha lo scopo di migliorare il quadro clinico e prevenire la possibile comparsa di cicatrici permanenti. Importante è il raggiungimento del benessere psico-fisico del paziente!


Terapia topica

  • Antibiotici (creme, gel, lozioni)
  • Retinoidi (creme, gel)
  • Benzoilperossido (creme, gel)
  • Acido azelaico (creme)
  • Creme antisettiche

Terapia sistemica

  • Integratori alimentari
  • Antibiotici
  • Retinoidi

Terapia ormonale

Una valutazione ormonale sarà necessaria in ragazze con acne resistenti alla terapia convenzionale, con segni di irsutismo e di irregolarità mestruali, o di frequenti recidive dopo terapia con isotretinoina. E' molto importante puntualizzare che nella maggior parte dei casi di acne anche seria i dosaggi ormonali sono nella norma; ciò nonostante la terapia ormonale si presenta ugualmente efficace perchè interviene a livello del sistema enzimatico cutaneo. I dosaggi ormonali sono normalmente aumentati nella sindrome dell'ovaio policistico PCOS, in cui, oltre ai segni classici dell'iperandrogenismo, si possono riscontrare anomalie metaboliche.

I tre segni dell'ovaio policistico sono:

  • Iperandrogenismo
  • Oligomenorrea
  • Presenza di cisti ovariche

Bastano due di questi per fare diagnosi di PCOS. In una parte dei PCOS esiste una insulino resistenza; questo spiega perchè tale sindrome venga trattata con metformina.
Antagonisti del recettore per gli androgeni:

  • Ciproterone acetato (solitamente associato all’etinilestradiolo).
  • Spironolattone,
  • Flutamide

Antagonisti metabolici:

  • Progestinici a basso potenziale androgenico(noretisterone o norgestone).
  • Inibitori della 5-alfa-reduttasi:
    • Finasteride.
    • Serenoa repens.

Terapia con lampada Iclear xl

La lampada iClear XL emette una luce al plasma blu-viola di lunghezza d'onda compresa tra 407-420 nm.
Indicazioni:

  • Acne infiammatoria
  • Attività anti-infiammatoria post- trattamenti (es. peeling chimico, laser,...)
  • Accelerare il processo di guarigione delle cicatrici
  • Fotoringiovanimento

La terapia con lampada iClear XL è priva di effetti collaterali, non provoca fotoinvecchiamento, scottature della pelle, né induce la comparsa di tumori cutanei o macchie.


THERACLEAR: l'avanguardia nella cura dell'acne in fase attiva.

TheraClear è il primo sistema a raffreddamento continuo approvato dalla FDA per la cura di diverse tipologie di acne (acne vulgaris, acne infiammatoria, acne comedonica e acne papulo-pustolosa). TheraClear è un sistema innovativo che sfrutta il massaggio meccanico (vacuum) dell'aspirazione per eliminare l'ostruzione del poro e l'azione antinfiammatoria e cicatrizzante della luce pulsata per sconfiggere il propionibacterium acnes. La luce pulsata inoltre riduce l'eritema e l'infiammazione tipiche di varie forme di acne.
La tecnologia TheraClear permette un'estrazione delicata e profonda della pustola:

  • Il sebo, le cellule morte, i batteri sono estratti in profondità dal follicolo
  • Le vie ostruite vengono pulite così che i medicinali topici od orali agiscano meglio

  • Come funziona TheraClear

    La luce concentrata distrugge i batteri che causano l'acne: risultati entro le 24/48 ore successive al trattamento azione anti-infiammatoria e cicatrizzante notevole miglioramento della trama della pelle con una riduzione della grandezza dei pori Il sistema di raffreddamento garantisce il massimo confort.


    I benefici di TheraClear

    • Sicuro: adatto a tutti i fototipi.
    • Efficace: i risultati sono visibili immediatamente
    • Indolore: non richiede l'applicazione di anestetici locali
    • Veloce: il trattamento dura in media 10 minuti per tutto il viso ed il ritorno alle normali attività è immediato

    Possibili effetti collaterali:

    • Lieve arrossamento della durata di alcune ore
    • Ecchimosi

    TheraClear è adatto a te se:

    • Hai l'acne
    • Hai la pelle grassa o i pori dilatati
    • Vuoi evitare trattamenti sistemici contro l'acne, come antibiotici per via orale
    • Vuoi evitare gli effetti collaterali associati ai farmaci

    L'acne rosacea o semplicemente rosacea è una malattia infiammatoria cronica della cute che interessa di solito l'area centrale del volto. Si manifesta con eritema persistente di color rosso-vino più o meno intenso (eritrosi), teleangectasie, papule rosse e minuscole pustole. Quest'ultima caratteristica conferisce il nome alla malattia, che non va quindi confusa con l'acne volgare. Colpisce circa il 10% della popolazione con cute chiara.

    La malattia è più frequente nelle donne e la prevalenza aumenta con l'età, in particolare dopo i 30 anni. Tuttavia i maschi che presentano una minore incidenza, presentano un esordio più precoce e un'evoluzione più grave. L'età di insorgenza è fra i 30 e i 50 anni, ma talvolta esordisce in epoca più precoce (puberale o post-puberale).
    Le zone più soggette a questa dermatosi risiedono nel volto: naso, regioni zigomatiche, pliche naso-geniene. In casi più gravi ci può essere anche l'insorgenza di complicazioni oculari.


    Le cause

    Le cause della rosacea sono sostanzialmente sconosciute. Varie ipotesi portano a diversi fattori causali scatenanti:

    • Turbe della gestione
    • Instabilità emotiva
    • Disordini endocrini (nella donna)
    • Eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti
    • Fattori autoimmuni

    Trattamenti

    • Terapia topica cosmetologica: numerose sono le creme cosmetologiche curative per questa patologia. Negli ultimi anni varie case farmacologiche hanno creato delle creme cosmetologiche specifiche per la rosacea con filtri solari 50+.
    • Terapia farmacologica: metronidazolo, antibiotici, retinoidi
    • Laser: è una metodica rivoluzionaria nella cura della rosacea in quanto ha lo scopo di cambiare il terreno sul quale si impianta tale patologia. Infatti la chiusura dei capillari (teleangectasie) fa in modo che tale malattia migliori notevolmente.
      I laser usati sono il:V-Bean candela, la Luce pulsata PALOMAR FIBRAG Il trattamento richiede dalle 2 alle 3 sedute a seconda dell'estensione e della gravità del quadro clinico.

    Il nevo (in lingua latina naevus nel linguaggio popolare neo) indica un tumore benigno dell'epidermide, che si presenta come una macchia persistente sulla cute, ed in senso lato qualsiasi alterazione cromatica o morfologica, localizzata e persistente, presente sulla superficie cutanea.


    Cos’è e come si esegue la mappatura dei nei?

    Il termine mappatura si riferisce ad un esame clinico della pelle al fine di identificare e valutare nevi e lesioni preoccupanti. Le immagini dei nei più atipici vengono registrate su un computer tramite un videodermatoscopio digitale per poter poi confrontarle, a distanza di tempo, con quelle acquisite nelle visite precedenti evidenziando così i possibili cambiamenti. Il videodermatoscopio digitale utilizza una telecamera a fibre ottiche collegata ad un computer, con cui è possibile riportare su di un monitor l’immagine clinica e dermatoscopica dei nei. Il computer, munito di un particolare software di gestione dati (EASYSCAN SYSTEM), permette di creare per ogni paziente una cartella personalizzata in cui si raccolgono i dati anagrafici, anamnestici e le immagini di tutti i nei “atipici”. Di ogni neo atipico viene memorizzata la localizzazione corporea e l’immagine dermatoscopica, che sarà così facilmente confrontabile con altre immagini della stessa lesione raccolte nelle visite precedenti, così da monitorare ogni minimo cambiamento e decidere quindi se asportare o meno il neo.


    Che cos’è il melanoma?

    Il melanoma è un tumore maligno che origina dal melanocita: cellula della cute che è predisposta alla sintesi della melanina. Il melanoma può insorgere in tutti i distretti corporei in cui sono normalmente presenti i melanociti. Il controllo dei nei ha lo scopo di permettere la diagnosi precoce del melanoma: un tumore maligno della pelle che può insorgere sia su un neo preesistente sia su cute priva di nei. Negli ultimi anni si è registrato un rapido aumento di incidenza di questo aggressivo tumore della pelle; se diagnosticato precocemente l’asportazione chirurgica può coincidere con la guarigione. La mappatura nei è mirata a diagnosticare il melanoma nelle sue fasi il più possibile precoci, identificando la comparsa di nuovi nei o il cambiamento di quelli già esistenti. Le caratteristiche del neo possono destare sospetti di melanoma maligno, sopratutto se la lesione ha una struttura disordinata sia ad occhio nudo che con dermatoscopia. Avere un'idea dei propri nei può aiutare a determinare in futuro se una lesione è nuova o se ha cambiato il proprio aspetto. Se il medico decide che una lesione debba essere rimossa, questo può essere fatto ad uno stadio estremamente precoce, riducendo il rischio di sviluppo del melanoma. Se c'è una lesione nuova o un cambiamento in una preesistente, questa può essere tenuta sotto controllo con maggiore attenzione. Lesioni che non hanno nessun disordine strutturale e non sono cambiate nel tempo, molto probabilmente non daranno luogo alla formazione di melanomi e non hanno bisogno di essere rimosse. Rassicurazione dei pazienti e di chi li cura.


    Chi sono i soggetti a rischio?

    • Presenza in famiglia di uno o più casi di melanoma
    • Presenza di numerosi nei (>50)
    • Scottature solari subite durante l’infanzia e l’adolescenza
    • Presenza di nevi presenti fin dalla nascita di grandi dimensioni
    • Fototipo chiaro (capelli e occhi chiari, facilità alle scottature solari)

    Come controllare i propri nei?

    • Attraverso i controlli dermatologici periodici
    • Attraverso l’autovalutazione domiciliare
    Se un neo presenta una o più delle caratteristiche sottoelencate, è consigliabile consultare subito un dermatologo. - Regola dell’ A-B-C-D-E
    • A) come Asimmetria: neo di forma irregolare
    • B) come Bordi: neo con bordi irregolari,frastagliati
    • C) come Colore: neo di colore scuro e/o non uniforme
    • D) come Dimensione: neo superiore a 6 mm di diametro
    • E) come Evoluzione: neo che si sta modificando visibilmente a occhio nudo

    Nevi e melanoma nel bambino

    I nevi del bambino sono, nella maggioranza dei casi, benigni; quindi i bambini non andrebbero controllati sistematicamente prima dei 12 anni. Il melanoma al di sotto della pubertà è un evento estremamente raro con un tasso di incidenza di 0,8 casi per milione nei primi 12 anni.


    Lesioni problematiche nel bambino

    Nevi congeniti: Sono nevi presenti dalla nascita o che compaiono entro il primo anno di vita e solitamente persistono per tutta la vita.
    Vengono suddivisi in 4 gruppi in base al diametro che potenzialmente avranno a completo sviluppo del bambino:

    • Piccoli (< 1,5 cm)
    • Medi (1,5 – 10 cm)
    • Grandi (10 – 20 cm)
    • Giganti (>20 cm)

    I nevi congeniti piccoli vengono considerati come i nevi acquisiti dal punto di vista del rischio di trasformazione maligna. I nevi congeniti medi-grandi hanno un basso rischio di trasformazione in melanoma. I nevi congeniti giganti hanno il più importante rischio per melanoma nel bambino sotto i 12 anni e pertanto richiedono una visita di follow up ogni 6 mesi. Ciò nonostante meno dell'1% dei bambini con nevi congeniti sviluppa un melanoma.

    Nevi di Spitz-Reed: Compare una paula di colore rosa - rosso o molto scura, a crescita rapida che insorge solitamente agli arti o al volto dei bambini. Attenzione: queste lesioni possono presentare le stesse caratteristiche cliniche e dermatoscopiche del melanoma!

    Un nevo di Spitz-Reed classico insorto in un bambino di età inferiore ai 12 anni può essere gestito in maniera conservativa, se di piccole dimensioni e privo di caratteri dermatoscopici di atipia. Per questo tipo di lesioni, se si decide di non asportarle, si programma comunque un follow up clinico dermatoscopico ogni 3-6 mesi. Nevi di Spitz-Reed di grandi dimensioni (>1cm), nodulari, ulcerati devono essere sempre asportati chirurgicamente.


    Lesioni non problematiche nel bambino

    • Nevi melanocitici acquisiti comuni: Clinicamente appaiono come lesioni di colore marrone, di piccole dimensioni, piane o leggermente rilevate, diffuse a tutto l’ambito cutaneo. Il numero complessivo dei nei aumenta con l’età. I nei presenti alla nascita o che insorgono entro il 1° anno di vita sono definiti CONGENITI, mentre i nevi che si sviluppano dopo il 1° anno di vita sono definiti acquisiti. I bambini con elevato numero di nei, alcuni di dimensioni superiori ai 6 mm e irregolari per forma e colore, devono essere sottoposti a controlli annuali a partire dalla pubertà. Questi ultimi nevi sono definiti “NEVI ATIPICI”.
    • Nevo blu: I nevi blu si possono sviluppare durante tutta la vita, ma la loro frequenza è più alta nei bambini e negli adolescenti. Possono insorgere in qualsiasi sede corporea, ma prediligono gli arti, i glutei ed il cuoio capelluto. Appaiono come papule o noduli di colore blu omogeneo a superficie liscia.
    • Nevo Spilus: Fa parte dei nevi congeniti ed è composto da una chiazza di pigmentazione marrone chiara contenente un numero variabile di piccole macule di colore marrone scuro che aumentano nel tempo.
    • Nevo di Sutton o nevo con alone: Sono nevi sia congeniti sia acquisiti circondati da un alone bianco di cute depigmentata e sono molto frequenti nei bambini e nei giovani adulti

    La Terapia Fotodinamica è una procedura medica che si basa sull’utilizzo di una crema contenente un agente fotosensibilizzante che viene applicata sull’area di pelle ammalata. Tale agente fotosensibilizzante ha la capacità di penetrare nella cute e di andare ad accumularsi selettivamente nelle cellule malate e non in quelle sane. Tale accumulo è in grado di far produrre a queste cellule una sostanza fototossica, che viene attivata quando l’area viene illuminata da una particolare sorgente di luce. L' interazione tra luce e sostanza fototossica produce all’interno della cellula delle molecole di derivati dall’ossigeno, capaci di distruggere le cellule ammalate dall’interno. Una volta terminato il trattamento, il sistema immunitario insito nella nostra pelle provvede a ripulire il campo dai residui delle cellule ammalate distrutte.


    Dove viene applicata:

    La PDT viene impiegata per il trattamento di diversi tipi di lesioni cutanee e mucose, pre-tumorali e francamente tumorali.


    Pre tumorali

    • Cheratosi attiniche
    • Malattia di Bowen
    • Eritroplasia di Queyrat
    • Cheilite attinica
    • Leucoplachia

    Tumorali

    • Carcinoma basocellulare
    • Carcinoma squamocellulare
    • Cheratoacantoma

    L’efficacia della PDT dipende da:

    • Sostanza fotosensibilizzante
    • Sorgente luminosa
    • Ossigeno

    Sostanza fotosensibilizzante

    • ALA: ACIDO 5-AMINOLEVULINICO
    • MAL: 5 ALA-METILE ESTERE (METIL-AMINOLEVULINATO)
    Sono composti normalmente presenti nel nostro organismo; fanno parte della via biosintetica dell’eme (parte dell’emoglobina) capace di legare l’ossigeno nei nostri globuli rossi. Tali sostanze hanno la capacità di accumularsi selettivamente nelle cellule alterate, determinando l’alterazione della via biosintetica dell’eme con conseguente accumulo di Protoporfirina IX, vera responsabile del meccanismo di azione della PDT non appena viene illuminata da una sorgente di luce rossa. La sostanza fotosensibile viene applicata sulla cute da trattare Viene coperta (in occlusiva) per circa 3 ore o 6-24 ore. Il tempo di applicazione varia in relazione a:
    • tipo di lesione
    • profondità della lesione
    • spessore
    • danneggiamento dell’epidermide
    • tipo di sostanza usato

    Sorgente luminosa

    Luce rossa (630 nm) : la più frequentemente utilizzata poiché può attivare la sostanza fotosensibilizzante fino alla profondità di tutto il sottocutaneo. La sorgente luminosa eccita la Protoporfirina IX che cede la sua energia alle molecole di ossigeno che portano alla formazione dei cosiddetti ROS (specie reattive dell’ossigeno)


    Ossigeno

    Le sue specie reattive (ROS), sono altamente tossiche per le cellule, pertanto vanno incontro a morte programmata (apoptosi) o incontrollata (necrosi)


    Effetto PDT:

    L’esito finale della PDT è la distruzione selettiva delle cellule che hanno incorporato la sostanza sensibilizzante (ALA o MAL), cioè proprio quelle alterate. La sostanza applicata penetra attraverso lo strato corneo alterato concentrandosi in modo selettivo e in quantità elevata nei punti interessati, in quanto la cute sana circostante ricoperta da uno strato corneo integro, è impermeabile alla sostanza fotosensibile. All’interno delle cellule tumorali o alterate la molecola viene rapidamente metabolizzata e poi attivata dalla luce inducendo una fotosensibilizzazione ristretta al solo tessuto danneggiato, permettendo in tal modo un trattamento altamente selettivo senza causare fotosensibilità sistemica.


    Come si svolge la terapia fotodinamica:

    Visita pre-trattamento
    Si stabilisce l’effettiva presenza di lesioni cutanee compatibili con patologie che possono giovare dell’uso della PDT Si danno indicazioni di terapia domiciliare per la preparazione delle lesioni al trattamento In caso di dubbi diagnostici si programma biopsia incisionale e conseguente esame istologico per la precisa definizione della lesione


    Seduta di trattamento

    • Preparazione della zona con courettage
    • della sostanza fotosensibilizzante
    • Applicazione del bendaggio occlusivo
    • Tempo di attesa con bendaggio: 2 -6 ore, 18-24 ore
    • Rimozione della medicazione
    • Fotodiagnosi con luce blu
    • Esposizione a sorgente di luce rossa (630 nm) per circa 10 min

    Post-trattamento

    • Evitare esposizione al sole e/o sorgenti di luce artificiale nelle 48 ore successive
    • Medicare con lenitivi e/o antisettici seguendo scrupolosamente le indicazioni del dermatologo
    • Si consiglia l’utilizzo di schermi solari (50 +)

    Effetti collaterali durante o nel periodo successivo alla seduta possono verificarsi

    • Bruciore, prurito, dolore della zona trattata: (l’intensità del disturbo dipende dalle zone trattate) durante il trattamento a seconda dell’intensità il medico presente potrà intervenire raffreddando la zona o interrompendo momentaneamente la seduta; a domicilio il paziente può far uso di antidolorifici abituali (paracetamolo, acido salicilico ecc)
    • Desquamazione e/o croste, più raramente vescicole o pustole: possono essere contrastate con l’uso della crema antibiotica prescritta dal dermatologo
    • Gonfiore e/o edema: utile l’uso di acqua termale fredda ad impacco

    Il trattamento può e/o deve essere ripetuto più volte a seconda del:

    • Risultato ottenuto
    • Gravità della lesione
    • Giudizio del dermatologo

    Sulla base della patologia da trattare, le alternative al trattamento con PDT sono:

    • Chirurgia
    • Uso di chemioterapici
    • Radioterapia
    • Crioterapia
    • Laser terapia
    • Diatermocoagulazione
    • Retinoidi

    La PDT rispetto ad altre scelte terapeutiche presenta una serie di benefici

    • Non invasiva
    • Ben tollerata dai pazienti
    • Non necessità dell’uso di anestetici
    • Danno tissutale selettivo
    • Non presenta complicanze nel post-trattamento
    • Non ha tossicità sistemica
    • Può essere ripetuta senza perdita di efficacia
    • Può essere associata ad altre procedure terapeutiche
    • Risultati estetici da buoni ad eccellenti

    La PDT è inoltre indicata per pazienti

    • Portatori di pacemaker
    • Che rifiutano l’intervento chirurgico nel caso di lesioni tumorali
    • In terapia anticoagulante
    • Che presentino reazione avverse agli anestetici
    • Con lesioni localizzate al volto o al collo ed in sedi esteticamente importanti
    • Con lesioni multiple, mal definite

    Uniche controindicazioni

    • Allergia alle arachidi
    • Pazienti portatori di porfiria
    • Pazienti portatori di xeroderma pigmentosum
    • Gravidanza e/o allattamento
    • Età inferiore 8 anni
    • Fotosensibilità accertata alle lunghezze d’onda terapeutiche

    La verruca è una formazione cutanea data dal virus del papilloma umano (altrimenti noto con l'acronimo HPV che sta per Human Papilloma Virus). Si tratta di formazioni benigne costituite da un nucleo di tessuto interno alimentato da vasi sanguigni e rivestito da vari strati di tessuto epiteliale. Il virus penetra nell'epidermide e la infetta. Il contagio avviene per contatto diretto interumano (il virus quindi rimane confinato nella pelle e non è presente nel sangue) solitamente in luoghi molto frequentati come docce, palestre e piscine, dove il clima caldo e umido favorisce la sopravvivenza del virus in forma attiva. Mancando queste condizioni ambientali il virus non sopravvive a lungo al di fuori degli strati cutanei. La verruca può svilupparsi in qualunque zona del corpo ma spesso interessa solamente alcune aree specifiche come ad esempio le mani, i piedi, i gomiti e le ginocchia: un graffio o un taglietto può rendere qualsiasi area della pelle vulnerabile alle verruche. La lunghezza del periodo che trascorre tra l'esposizione al virus che le provoca la comparsa della verruca è variabile. Le verruche possono crescere molto lentamente o impiegare settimane o mesi per svilupparsi. L'aspetto della verruca varia a seconda della sede corporea colpita e del ceppo virale che l'ha provocata


    Tipi diversi di verruche

    • Verruche Volgari o comuni: vengono comunemente chiamate "porri". La sede più frequente è il dorso delle mani, la ragione periungueale, ma possono comparire anche sulle ginocchia e sui gomiti. Sono dolorose e coperte da callo, al di sotto del quale la superfice delle verruche è caratterizzata da piccoli punti scuri, formati da capillari trombizzati.
    • Verruche Plantari: vengono così definite quelle che si sviluppano alla pianta dei piedi, dove per effetto della continua compressione a cui sono sottoposte, tendono a svilupparsi in profondità. Sono dolorose e coperte da callo, al di sotto del quale la superfice delle verruche è caratterizzata da piccoli punti scuri, formati da capillari trombizzati.
    • Verruche Piane: sono neoformazioni rotondeggianti di circa 1-5 mm di diametro. La superfice è liscia o appena rugosa, di colorito rosa, grigiastro o marroncino. Si osservano spesso in età pediatrica ed adolescenziale. Le sedi preferenziali sono il volto e il dorso delle mani. Sono solitamente asintomatiche.
    • Verruche Filiformi: hanno forma allungata con una base relativamente piccola e si estendono verso l'esterno con una estremità allungata. Di solito sono dello stesso colore della pelle e si formano sul viso e spesso nelle vicinanze della bocca.

    Trattsmenti

    Il fenomeno dell'HPV non è mai stato soggetto di studi metodici approfonditi: per questa ragione fino a tempi recenti non era ancora conosciuta una terapia che ne garantisse totalmente la guarigione. Le più autorevoli riviste mediche dichiarano che nessun trattamento ha una probabilità di successo superiore al 73%. I trattamenti attualmente utilizzati sono i seguenti:

    • Crioterapia: consiste nel congelamento dell'area affetta tramite azoto liquido, applicato localmente mediante batuffolo di ovatta oppure nebulizzato con una bomboletta spray. In questo modo le cellule ustionate del derma formano una bolla e si staccano dal tessuto sottostante permettendo all'epidermide di rigenerarsi; la ferita va trattata come un'ustione e protetta dalle infezioni.
    • Preparati cheratolitici: viene applicato un liquido a base di acido salicilico e/o acido lattico. Questo tipo di farmaco accelera il ciclo di maturazione della verruca facendola salire in superficie e permettendone il distaccamento spontaneo.
    • Terapia fotodinamica: si pone come una efficace alternativa terapeutica per il trattamento delle lesioni da HPV a livello cutaneo e mucoso. Questa metodica utilizza l'applicazione di una sostanza fotosensibilizzante (5ALA o MAL) che viene trasformata a livello delle cellule bersaglio in Protoporfirina IX e successivamente attivata da una luce a 630 nm. Ne consegue la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS) che determinano apoptosi e/o necrosi selettiva delle cellule infettate dal virus.
    • Laser Co2: consiste nella bruciatura della verruca tramite un laser ablativo.
    • Asportazione chirurgica: consiste nell'asportazione totale della zona cutanea affetta. La ferita causata dal bisturi si risana ma resta più o meno evidente una cicatrice. Data la verosimile recidività della verruca questo metodo è sempre meno utilizzato.

    Prevenzione

    Non esiste un modo sicuro per prevenire le verruche ma è sempre buona norma lavarsi le mani e la pelle accuratamente . In caso di tagli o graffi disinfettare bene la ferita inquanto diventano zone maggiormente a rischio per le verruche. E' bene inoltre usare ciabatte in spogliatoi, saune o piscine per evitare contagio di verruche plantari.

    Il Mollusco contagioso è un' infezione virale epidermica dovuta ad un virus, chiamato Poxvirus. I molluschi contagiosi appaiono come papule dal colore della pelle normale spesso ombelicata. Se si spremono le papule si verifica una fuoriuscita di secrezione biancastra, che ricorda il sebo. Esse sono molto infettive perché ricche di virus. Il mollusco contagioso, a differenza delle verruche, non è doloroso e pruriginoso, ma molto contagioso!!!


    Come si propaga

    Il mollusco contagioso è piuttosto frequente tra i bambini in età prescolare e negli adulti sessualmente attivi. Finché il sistema immunitario non riesce a debellare il virus, l'eruzione di nuove papule continua e può interessare aree sempre più estese. Spesso la propagazione delle lesioni avviene per 'autoinoculazione': ad esempio il paziente, toccandole con le mani, può diffondere il virus in altre parti del corpo, tanto che le papule possono moltiplicarsi fino a diventare un centinaio. La trasmissione avviene dunque per contatto. Più raramente, il contagio avviene tramite oggetti. Negli adulti l'infezione solitamente si manifesta a livello della regione genitale ed il contagio avviene per trasmissione sessuale.


    Come si risolve

    Non esiste una cura specifica e i tempi di guarigione dipendono molto dalle difese immunitarie del paziente. In letteratura si parla di risoluzione spontanea da alcuni mesi a tre anni. Per favorire la guarigione e per 'arginare' la diffusione delle lesioni, è però bene effettuare un intervento di rimozione delle papule. L'operazione è praticamente indolore e consiste nel courettage delle papule , dopo aver applicato una crema anestetica sulla cute. Nei casi più gravi in cui le lesioni da togliere siano particolarmente numerose o interessino zone molto delicate come le palpebre si può ricorrere all'anestesia totale. Finché il virus è attivo, le recidive sono frequenti: possono quindi rendersi necessari più interventi.
    Alle prime manifestazioni di infezione virale E' BENE RIVOLGERSI ALLO SPECIALISTA per evitare il contagio e trattare tempestivamente le lesioni!!

    I condilomi sono piccole verruche genitali provocate dal papilloma virus (HPV). I condilomi sono anche conosciuti come "creste di gallo, verruche genitali, porri venerei e papillomi ano-genitali". Essi rientrano nella categoria delle malattie veneree e si trasmettono prevalentemente per via sessuale. La presenza di condilomi non deve essere assolutamente trascurata dal momento che il loro grado di contagiosità è molto elevato, senza contare il fatto che alcuni genotipi del papilloma virus umano sono responsabili di neoplasie della cervice uterina nella donna. I condilomi genitali possono svilupparsi su uomini e donne sessualmente attivi in qualunque età.


    Come si presentano i condilomi genitali ?

    I condilomi ano-genitali si presentano come piccole escrescenze più o meno morbide di colore rosa- marrone più o meno accentuato. Essi possono apparire sulla vulva, in vagina, sul collo dell’utero, nella zona anale, perianale,inguinale e sullo scroto, sull'asta del pene, sul prepuzio. Si presentano come lesioni uniche o multiple, piccole o grosse; a volte si raggruppano, dando l’aspetto di un cavolfiore. Sul collo dell’utero si presentano invece come delle escoriazioni. Solitamente i condilomi fanno la loro comparsa dopo circa tre mesi dai rapporti sessuali con un soggetto affetto dalla patologia, ma vi sono casi in cui la manifestazione compare più tardi. Di norma i condilomi non danno dolore, ma possono provocare un fastidioso prurito che in alcuni casi può essere anche molto intenso.


    Come si trasmettono i papillomavirus ?

    I papillomavirus che causano i condilomi genitali si trasmettono per contatto diretto durante il rapporto sessuale. E’ inoltre possibile una trasmissione per via non sessuale, attraverso il diretto contatto con oggetti contaminati ( asciugamani, ecc.).


    Come ci si accorge di avere i condilomi ?

    A volte è difficile accorgersene, perché le lesioni si localizzano all’interno della vagina,sul collo dell’utero o sull’ano. Inoltre, essi hanno spesso lo stesso colore della pelle e non provocano dolore. Talvolta i condilomi vengono scoperti durante una visita di controllo effettuata per altre ragioni. Nella donna, un pap-test anormale può essere la prima indicazione per la presenza di un Papillomavirus.


    Occorre consultare il medico ?

    Nel caso in cui si accorga della comparsa di escrescenze o modificazioni della pelle in prossimità del pene,della vagina, della vulva o dell’ano. - Alla comparsa di dolore, fastidio o sanguinamenti inusuali a carico dei genitali. - Nel caso in cui il patner abbia comunicato di essere affetto o di essere stato affetto in passato da infezione da Papillomavirus o da condilomi genitali.

    NB: Considerata la relazione fra condilomi e tumore della cervice uterina, le donne colpite da condilomi devono essere sottoposte a esami specifici ( pap test e colposcopia), che permettono di rilevare l'eventuale tumore anche nel suo stadio iniziale.


    Quali sono i trattamenti terapeutici ?

    L'eliminazione dei condilomi comporta anche l’eliminazione di un gran numero di virus e facilita la reazione dell’organismo contro i virus superstiti. Si ritiene che l’organismo si sia liberato completamente del virus se non compaiono nuovi condilomi entro 6 mesi dal trattamento. Il rischio di persistenza dei condilomi è più alto nei pazienti con compromissione del sistema immunitario.


    Come ci si accorge di avere i condilomi ?

    A volte è difficile accorgersene, perché le lesioni si localizzano all’interno della vagina,sul collo dell’utero o sull’ano. Inoltre, essi hanno spesso lo stesso colore della pelle e non provocano dolore. Talvolta i condilomi vengono scoperti durante una visita di controllo effettuata per altre ragioni. Nella donna, un pap-test anormale può essere la prima indicazione per la presenza di un Papillomavirus.


    Occorre consultare il medico ?

    -Nel caso in cui si accorga della comparsa di escrescenze o modificazioni della pelle in prossimità del pene,della vagina, della vulva o dell’ano. - Alla comparsa di dolore, fastidio o sanguinamenti inusuali a carico dei genitali. - Nel caso in cui il patner abbia comunicato di essere affetto o di essere stato affetto in passato da infezione da Papillomavirus o da condilomi genitali. - NB: Considerata la relazione fra condilomi e tumore della cervice uterina, le donne colpite da condilomi devono essere sottoposte a esami specifici ( pap test e colposcopia), che permettono di rilevare l'eventuale tumore anche nel suo stadio iniziale.


    Come si trattano i condilomi genitali ?

    E’ importante sapere che il medico tratta le conseguenze dell’infezione ( i condilomi) ma non la causa (la presenza del Papillomavirus). Sono le difese immunitarie dell’organismo che si oppongono all’infezione. Lo scopo del trattamento è di eliminare i condilomi visibili e di ridurre la quantità di virus,aiutando così l’organismo a combattere l’infezione. I trattamenti disponibili devono essere protratti nel tempo (ciò può causare disagio). La scelta del trattamento dipende dal numero di lesioni,dalle loro caratteristiche e dalla loro sede.


    Quali sono i trattamenti terapeutici ?

    Crioterapia con azoto liquido: essa consiste nell'erogazione di azoto a bassa temperatura sotto forma di spray. – Laser CO2: viene preceduto normalmente da anestesia locale. – Laser Vbean: è uno strumento dotato di un raggio luminoso capace di penetrare nella verrucca e di arrivare a coaguale i capillari che la nutrono.La lesione viene quindi eliminata senza intervento chirurgico in quanto il laser, distruggendo i vasi sanguigni, la fa essicare progressivamente. – Crema Imiquimod al 5% (l'imiquimod è un farmaco appartenente alla categoria degli immunomodulatori) e Podofillotossina crema (è caratterizzata da un'attività citotossica che induce la necrosi dei condilomi). – N.B: per alcuni genotipi di HPV è inoltre possibile, se non si è già incontrato il virus, ricorrere al vaccino per il Papillomavirus.


    Una volta eliminati i condilomi, il virus è ancora presente ?

    L’eliminazione dei condilomi comporta anche l’eliminazione di un gran numero di virus e facilita la reazione dell’organismo contro i virus superstiti. Si ritiene che l’organismo si sia liberato completamente del virus se non compaiono nuovi condilomi entro 6 mesi dal trattamento. Il rischio di persistenza dei condilomi è più alto nei pazienti con compromissione del sistema immunitario.


    Cosa occorre fare durante e dopo il trattamento ?

    Una volta scoperto il problema, per prima cosa, è opportuno avvisare il partner o i partner con cui si ha avuto rapporti non protetti, nei tre mesi precedenti. E’ necessario astenersi dai rapporti sessuali fino alla fine della terapia, in modo da evitare nuove infezioni. E’ stato appurato che l’infezione si trasmette più facilmente quando i condilomi si sono appena manifestati o quando essi sono visibili. In questi casi si consiglia di utilizzare il preservativo. Quando poi si subisce una asportazione chirurgica di un condiloma, si consiglia sempre l’uso del preservativo per almeno 6 mesi, a scopo precauzionale.Nei sei mesi successivi al trattamento, è opportuno osservare regolarmente i genitali e controllare l’eventuale comparsa di nuove lesioni.


    Che relazione esiste tra condilomi e cancro ?

    Alcuni tipi di Papillomavirus possono inffettare il collo dell'utero e le lesioni, se non trattate possono trasformarsi in lesioni pretumorali e, in seguito, in tumori. Tuttavia,questo processo è molto lento (molti anni) e si ha abbastanza tempo per identificare e trattare le lesioni prima che esse diventino di tipo tumorale. Le donne affette da condilomi, e in generale tutte le donne sessualmente attive,dovrebbero sottoporsi regolarmente ad un esame del collo dell'utero,che consente di identificare precocemente le lesioni ed assume, quindi, particolare importanza per la prevenzione dei tumori del collo dell'utero.

    In condizioni normali le unghie appaiono sane, forti, brillanti e rosate. Se le unghie invece presentano fragilità o microfratture, alterazioni del colore, è possibile che ci sia qualcosa che non va a livello fisico.


    Le malattie delle unghie riconosco diverse cause:

    • cause congenite
    • carenze alimentari
    • infezioni di lieviti, funghi o muffe
    • malattie internistiche
    • malattie della pelle
    • manipolazioni cosmetiche
    • cattive abitudini di vita

    NB: le unghie sono espressione dello stato di salute della persona: nel momento in cui questo viene compromesso; le unghie mostrano i primi segni di allarme.


    Costituzione dell'unghia

    • acqua 18%
    • cistina 10%
    • lipidi 5%

    Sostanze importanti per una corretta crescita dell'unghia

    • Oligoelementi (ferro, zinco,selenio)
    • Vitamine (B6,A,C,E,Biotina)
    • Aminoacidi (cistina, arginina, ac. Glutamminico)
    • Lipidi

    Velocità di crescita dell'unghia

    • Mani 1,8 – 4,8 mm/ mese
    • piedi 1,8 mm/ mese

    La lenta velocità di crescita dell'unghia fa si che la sostituzione completa della lamina richieda 4 – 6 mesi per le unghie delle mani e 12- 18 mesi per le unghie dei piedi.


    Le malattie delle unghie possono coinvolgere:

    • La lamina ungueale
    • i tessuti perionichiali
    • la lanina ungueale più i tessuti perionichiali

    Il patch test o test epicutanei è una metodica dermatologica che valuta determinate sostanze chimiche responsabili di dermatiti da contatto.

    E' indispensabile che terapie cortisoniche per bocca o iniettive o terapie cortisoniche locali a livello della cute del dorso vengano sospese almeno 15 giorni prima dei Test. Durante il Test il paziente può avvertire fastidio e prurito a livello del dorso, solitamente di modesta intensità.

    Il Patch Test non determina il rischio di reazioni gravi quali lo schock anafilattico.

    Il Patch Test solitamente eseguito è costituito da una serie di apteni standard: la più utilizzata è la serie definita dalla Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA) che comprende Apteni di varia natura ( metalli colorati, conservati e altri). A questi si aggiungono altre sostanze in base al tipo di lavoro del paziente (vedi ad es. Parrucchiera).


    Come si svolge il test

    Si applicano sul dorso del paziente dei cerotti speciali contenenti le sostanze allergiche sospette che si vogliono testare. Questi cerotti vengono lasciati in loco per 48 ore. Trascorse queste ore vengono rimossi e controllati nelle stessa giornata e dopo 72 ore.

    Nella rimozione il dermatologo cerchia con una matita demografica i singoli pezzetti sedi degli allergeni. In presenza di arrossamenti, edema, vescicole e papule (piccoli rilievi cutanei di colorito rosso) la diagnosi è positiva ed il soggetto viene considerato allergico a quella determinata sostanza.

    In base alla risposta viene poi redetta una scheda personalizzata in cui sono indicate le sostanze alle quali il paziente è risultato essere allergico, l'entità della reazione (espressa in + ) e le norme di prevenzione di quelle determinate sostanze.


    Raccomandazioni per il paziente

    Fino alla rimozione e lettura dei Test si raccomanda l'osservazione delle seguenti indicazioni sia per la corretta esecuzione del test sia per evitare il distacco dei cerotti:

    • Evitare docce e bagni
    • Non bagnare la sede di applicazione
    • Evitare l'esposizione solare
    • Indossare indumenti di cotone preferibilmente bianco a contatto con la pelle
    • Evitare indumenti elasticizzati e in particolare l'uso del reggiseno
    • Evitare movimenti bruschi delle braccia e sforzi fisici intensi che possano produrre sudorazione
    • Non appoggiare sulla schiena zaini, borse ecc.

    La terapia ad UVB a banda stretta sta diventando il trattamento di scelta per numerose malattie della pelle quali vitiligine, psoriasi, pruriti cronici, eczema atopico, eritema solare ed altre. Queste lampade sono dette a banda stretta perché emettono solo la lunghezza d’onda desiderata, in questo caso pari a 311 nm, senza inutili e dannose ulteriori irradiazioni. Presente nella luce naturale del sole, la luce ultravioletta di tipo B è nota per la sua efficacia su varie dermatosi.

    Come agisce

    Gli UVB ( in particolare a 311nm ) penetrano negli strati superficiali della pelle inibendo la crescita dei cheratinociti (che nella psoriasi crescono troppo rapidamente) e rallentando altresì le funzioni di alcune cellule infiammatorie che interferiscono con l'andamento delle malattie trattate.


    Come si usa

    Il paziente si recherà presso l’ambulatorio per la seduta avendo cura di avvertire se sta assumendo farmaci di qualsiasi tipo, che potrebbero indurre fotosensibilizzazione, o se ha usato prodotti topici nelle zone del trattamento. Le sedute possono essere una, due o tre per settimana a seconda della gravità e del tipo di dermatosi da trattare. Il trattamento dura di solito da pochi secondi a qualche minuto al massimo. Il medico stesso provvederà a regolare l'emissione per il quantitativo di energia previsto dalla tabella preventivamente elaborata. Le aree non interessate e gli occhi saranno protetti adeguatamente. In alcuni casi il Dermatologo può indicare l'uso di farmaci locali o sistemici da usare prima durante o dopo l'esposizione.


    Vantaggi

    Diversi studi dimostrano che la guarigione specie della psoriasi indotta dagli UVB a Banda Stretta permettendo periodi di benessere più lunghi. Inoltre è sostanzialmente priva di effetti collaterali e permette di associare altre terapie. E' assolutamente indolore e di velocissima esecuzione.


    POSSIBILI EFFETTI INDESIDERATI

    • Infrequenti
    • momentaneo peggioramento delle malattie infiammatorie
    • irritazione
    • scottatura
    • cancro della pelle. Non c'è al momento evidenza di aumentato rischio di cancro della pelle da UVB a banda stretta,tuttavia è noto l'effetto cancerogeno dei raggi UV sul DNA cellulare. Pertanto il paziente dovrà periodicamente sottoporsi ad una visita generale di controllo della cute.

    Psoriasi

    La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, non infettiva né contagiosa, solitamente di carattere cronico e recidivante. Nella sua patogenesi intervengono fattori autoimmunitari, genetici e ambientali. Si riconoscono più forme di psoriasi: a placche (circa l'80% delle forme di psoriasi), guttata, inversa, pustolosa ed eritrodermica. Nella psoriasi a placche la pelle si accumula rapidamente e si ispessisce nelle zone interessate dalle lesioni conferendo un aspetto squamoso bianco-argenteo. Anche se il disturbo può comparire in qualsiasi zona del corpo, in genere si localizza in corrispondenza di gomiti, ginocchia, cuoio capelluto e parte lombare della schiena, oltre che ai palmi delle mani, alle piante dei piedi ed in regione genitale. La malattia si presenta più frequentemente, ma non esclusivamente, sulle superfici estensorie degli arti. Le unghie delle mani e dei piedi sono frequentemente interessate dal disturbo, definito distrofia ungueale psoriasica. Approssimativamente circa il 50% dei soggetti con psoriasi sviluppa un interessamento delle unghie. Questa talvolta rappresenta l'unica sede interessata dalla malattia. La psoriasi può anche causare l'infiammazione delle articolazioni, determinando il disturbo noto come artrite psoriasica. Circa il 30% dei soggetti affetti da psoriasi (con un range che può andare dal 6% al 48%) svilupperanno un’ artrite psoriasica. Le cause alla base della psoriasi non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che la componente genetica ed immunologica abbiano un ruolo fondamentale. Diversi fattori ambientali sono in grado di scatenare od aggravare la psoriasi. Fra questi un ruolo importante è rivestito da traumatismi della pelle, processi infettivi ed alcuni farmaci. Il trattamento della psoriasi si basa su una serie di misure generali che comprendono una adeguata idratazione topica (uso di sostanze emollienti), una adeguata esposizione alla radiazione solare ultravioletta e l'utilizzo di sostanze antinfiammatorie e cheratonormalizzanti (derivati della vitamina D). In generale la forma lieve tende a rispondere alle misure topiche mentre la forma moderata richiede trattamenti fototerapici. La prima forma di fototerapia nella psoriasi è stata certamente l'esposizione della pelle alla luce del sole. La ricerca ha permesso di stabilire che lunghezze d'onda di 311-313 nm sono le più efficaci. Speciali lampade a UVB a banda stretta sono state sviluppate a questo scopo. Il tempo e l'intensità dell'esposizione deve essere controllata e limitata per evitare un'eccessiva esposizione ed ustioni della pelle.


    Vitiliginevi

    E’ una malattia della pelle non contagiosa, ad eziologia verosimilmente autoimmune, che si sospetta essere ereditaria e predisposta geneticamente; E’ caratterizzata dalla comparsa sulla cute, sui peli o sulle mucose, di chiazze non pigmentate, ovvero di zone dove manca del tutto la fisiologica colorazione dovuta alla melanina, il pigmento responsabile della colorazione della cute. I melanociti, forse attaccati dal proprio sistema immunitario, resterebbero vitali, ma smetterebbero di produrre melanina. Le chiazze sono generalmente diffuse su tutto il corpo spesso in modo simmetrico. Gli esordi della vitiligine interessano solitamente le aree periorifiziali (periorali, perioculari, perianali, glande e genitali) e le estremità distali quali mani e piedi. Le macchie hanno colore decisamente bianco, con margini ben delineati, ma la pelle delle zone colpite a parte la modificazione cromatica è assolutamente normale, meno nelle zone ricoperte da peli, dove sovente se ne nota lo sbiancamento e la parziale caduta. Non potendosi proteggere mediante abbronzatura le zone bianche sono facilmente soggette a eritema solare e scottature: se ne consiglia pertanto la protezione mediante copertura tessile (indumenti coprenti) e/o creme ad alta protezione, soprattutto se si trascorre molto tempo al sole. L'origine di tale patologia è sconosciuta (anche se si sospettano fattori autoimmuni e/o una predisposizione genetica). Sono noti fattori scatenanti o favorenti quali stress, traumatismi della cute, infezioni i quali possono dare il via alla manifestazione primaria della vitiligine o alla sua recrudescenza dopo periodi - anche lunghi - di stasi. Testimonianza della patogenesi autoimmunitaria è sicuramente la presenza, in individui affetti, di altre patologie autoimmuni a carico più frequentemente della tiroide. Vengono utilizzati con successo trattamenti che vanno ripetuti nel tempo, come l'uso di immunosoppressori e immunomodulatori topici. Nei casi resistenti a terapia topica efficace risulta essere la fototerapia UVB a banda stretta (311 nm).


    Prurito cronico

    Il prurito può essere definito come una fastidiosa sintomatologia soggettiva, di esclusiva pertinenza cutanea ad interessamento locale o generalizzato, che porta a grattarsi o a sfregarsi. Anche se non caratteristico di una specifica malattia, assume importanza rilevante nell’anticipare una diagnosi di patologia dermatologica altrimenti ritardata o nel sospettare coinvolgimenti di altri organi e apparati (fegato, rene, intestino, sangue, etc.). Può essere continuo o occassionale, diurno o notturno, lieve o feroce e comunque tale, se non curato, da portare nel tempo ad espressioni cutanee definite come lesioni da grattamento. Molte sono le sostanze biochimiche naturalmente prodotte e chiamate in causa come responsabili del fenomeno ma è l’istamina prodotta dai mastociti del derma che universalmente si può ritenere come maggiore ma non unico indiziato. Il prurito viaggia sugli stessi binari della conduzione nervosa dolorifica e solo l’intensità dello stimolo fisico e/o chimico determina il tipo di percezione che risulta pruriginosa quando l’azione è debole, dolorosa quando l’azione impressa nel medesimo punto è forte. Si può ragionevolmente sostenere pertanto che il prurito sia un grado affievolito del sintomo dolore. La sintomatologia pruriginosa può essere localizzata o generalizzata nell’ambito della seconda bisogna poi distinguere il prurito per cause dermatologiche da quello per cause interne o sistemiche. Il prurito diffuso da patologia dermatologica può riferirsi a dermatite atopica, orticaria, pemfigo e pemfigoide, ectoparassitosi, secchezza cutanea senile, prurigo nodulare, dermatite da contatto. Il prurito diffuso da cause interne può essere espressione di grave patologia a carico del rene (insufficienza renale), fegato (cirrosi biliare, epatite virale), vie biliari (tumori), pancreas (tumori), tiroide (ipertiroidismo del m. di Basedow), intestino (carcinoide), sangue (linfomi, mieloma, HIV). Da non dimenticare è il prurito psicogeno da malattia psichiatrica. Per le forme di prurito non rientranti in quelli sopra menzionati è indicato l’impiego dell’antistaminico e della fototerapia UVB banda stretta 311nm.

    La dermatite seborroica è una dermatite che colpisce principalmente zone come il cuoio capelluto, il volto, il torace, l’area interscapolare e il condotto uditivo, tutte sedi corporee particolarmente ricche di ghiandole sebacee. Colpisce circa il 3-5% dell'intera popolazione mondiale: i picchi sono registrati durante l'età infantile, adolescenziale e alla mezza età.

    La causa di questa patologia non è ancora del tutto chiara: funghi del genere Malassezia, in particolare Malassezia furfur (precedentemente conosciuto come Pityrosporum ovale) e Malassezia globosa, sono presenti in notevole quantità nelle zone colpite. La produzione di sebo non aumenta ma cambia di composizione, causando irritazione della cute.

    Fattori sospettati di contribuire all'insorgere di tale patologia sono:
    • Una predisposizione genetica
    • anomalie del sistema immunitario a livello della cute
    • fattori ambientali esterni (umidità, temperatura...)
    • esposizione a detergenti o agenti irritanti
    • alcune condizioni ormonali
    • malattia di Parkinson
    • alterazioni dell'umore
    • stress
    • ipertensione
    • depressione

    Dal punto di vista clinico si manifesta con squame giallastre e untuose a livello del cuoio capelluto, associate a eritema, follicolite, piccole croste e prurito, che non sempre è presente ma che in alcuni casi può risultare anche intenso. Le zone del volto maggiormente colpite sono le arcate sopraciliari, le pieghe nasali e nell’uomo l’area della barba. Il trattamento si basa sull’impiego di creme e/o shampoo antimicotici o antinfiammatori. Solo i casi più gravi necessitano di terapie sistemiche.

    Le malattie trasmissibili (o malattie veneree o MTS) sono malattie virali o batteriche che si trasmettono o si contraggono in occasione di attività sessuale. Alcune di queste possono comunque trasmettersi anche attraverso altre vie.


    Quali sono le malattie prettamente a trasmissione sessuale ?

    • sifilide
    • gonorrea o blenorragia
    • linfogranuloma venereo
    • ulcera molle

    Quali sono le malattie veneree che si trasmettono anche tramite altre vie ?

    • Uretriti aspecifiche
    • Herpes genitalis
    • Condilomi
    • Molluschi
    • Scabbia
    • Pediculosi
    • Infezioni da candida
    • Infezioni da trichomonas vaginalis
    • Epatite C e B
    • AIDS

    Eziologia Batterica

    • SIFILIDE è una complessa infezione sessualmente trasmissibile causata dal batterio Treponema pallidum.Si sviluppa in diversi stadi, ciascuno caratterizzato da sintomi e manifestazioni a decorso diverso.
      • Stadio primario: ha una incubazione asintomatica di tre settimane e può durare 50 – 70 giorni. Si hanno formazioni di un piccolo nodulo per penetrazione del battere nell'organismo con ingrossamento dei linfonodi regionali.
      • Stadio secondario: è dato dalla diffusione del batterio nel sangue e in tutti gli organi. Si ha quando il paziente non si è curato precedentemente. Ha una durata di 2 – 4 anni.Si manifesta con eruzioni a livello della cute e delle mucose.
      • Stadio terziario: può essere preceduto da un periododi latenza di anni. Le manifestazioni possono colpire molti organi ma sopratutto l'apparato cardiovascolare e il sistema nervoso.

      La prognosi è tanto più favorevole quanto più tempestiva è la diagnosi e succesive terapie. Dal momento che alcune fasi della malattia hanno un lungo decorso senza manifestazioni cliniche evidenti, è possibile un’evoluzione progressiva in assenza di diagnosi e terapia. Se non è trattata adeguatamente, la sifilide può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale e morte.

    • GONORREA causata dal batterio Neisseria Gonorrhoeae, localizzata nelle maggior parte dei casi a livello delle vie urogenitali (uretra nel maschio e canale cervicale dell'utero nelle donne). E' frequentemente un’infezione asintomatica nella donna, mentre negli uomini si manifesta come un’uretrite con importante secrezione purulenta bianco- verdastra, densa, accompagnata da bruciori e dolori sopratutto durante la minzione. Possibile il contagio materno fetale durante il passaggio nel canale del parto con la comparsa nel neonato di una congiuntivite purulenta. L'incubazione va da 2 ai 5 giorni. Se non opportunamente curata può portare a complicanze.
    • LINFOGRANULOMA VENEREO: è causato da Chlamydia Trachomatis il quale si localizza ai genitali esterni e alle regioni circostanti. La lesione iniziale è un'ulcera singola, non dolente, che regredisce spontaneamente in pochi giorni. Il paziente manifesta febbre, dolori articolari, dolori addominali e cafalee.
    • ULCERA MOLLE: ha una incubazione di 2-14 giorni. Si formano nella regione genitale e in quella anale lesioni che, rompendosi, danno origine a ulcerazioni dai bordi tumefatti mentre il fondo è molle (da qui il nome). Ci può essere anche una infiammazione dei linfonodi regionali.

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